Martin Luther King by Paolo Naso

Martin Luther King by Paolo Naso

autore:Paolo Naso [Naso, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: i Robinson / Letture
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2021-01-15T00:00:00+00:00


I freedom riders

D’altra parte il movimento non si fermava e, anche questa volta per iniziativa primaria dello SNCC e del CORE piuttosto che della SCLC, decise una nuova forma di protesta, i freedom rides, “viaggi della libertà” in cui viaggiatori bianchi e neri salivano insieme su autobus che, in omaggio alla tradizione segregazionista ma ormai in contrasto con la legge, ammettevano solo bianchi o solo neri. In un certo senso era un “ritorno” allo spirito di Montgomery, ma anche un monito a prendere atto del fatto che in alcuni Stati del Sud la storia si era fermata al tempo di Jim Crow. Il primo freedom ride, organizzato da James Farmer del CORE e sostenuto dallo SNCC, fu quello del pullman Greyhound che il 4 maggio del 1961, partendo da Washington, era diretto a New Orleans, passando per Virginia, North e South Carolina, Georgia, Alabama e Mississippi. L’azione coinvolgeva tredici attivisti – tra di essi segnaliamo James Lawson, come si è visto uomo della cerchia più ristretta dei collaboratori di King – e veniva monitorata da un altro autobus sul quale erano saliti giornalisti e osservatori. La tecnica dell’azione dei freedom riders prevedeva che ci fosse almeno una coppia interrazziale seduta sui sedili affiancati e un viaggiatore di colore nella parte anteriore del bus. Almeno un attivista si sarebbe seduto rispettando i criteri segregazionisti così da non essere arrestato e poter immediatamente segnalare eventuali soprusi e incidenti. Il viaggio procedette senza sostanziali problemi in Virginia, ma arrivati in South Carolina John Lewis, uno degli attivisti più noti e preparati alla resistenza nonviolenta, fu fermato dalla polizia. Altri arresti seguirono lungo il tragitto e la missione continuò fino in Alabama dove, come previsto, si registrarono i fatti più violenti.

Domenica 14 marzo un gruppo di attivisti del Ku Klux Klan, alcuni dei quali appena usciti da una chiesa, attaccarono un pullman della compagnia Greyhound a Annison, in Alabama, rompendo i finestrini e sgonfiando i pneumatici. Il secondo autobus, quello di accompagnamento, fu colpito da una bomba che fece esplodere il serbatoio del carburante. Vi furono anche difficoltà a curare i feriti presso gli ospedali circostanti che, temendo la ritorsione degli uomini del Klan, chiusero le porte alle vittime degli attentati. Dopo essere ripartito, quando finalmente arrivò a Birmingham, l’autobus fu nuovamente attaccato dal KKK sotto gli occhi della polizia, che non mosse un dito.

Nel tentativo estremo di riportare la calma e fermare le violenze, Kennedy inviò in Alabama John Seigenthaler, un funzionario del Dipartimento di Giustizia alle dirette dipendenze di Bob Kennedy, con il compito primario di favorire una tregua.

Nonostante le violenze subite, i riders intendevano continuare il loro viaggio e raggiungere Montgomery. Per parte loro, gli autisti della Greyhound annunciarono che non avrebbero più guidato mezzi sui quali fossero saliti freedom riders. Tutto faceva capire che il viaggio sarebbe finito a Birmingham e, per salvare simbolicamente l’obiettivo finale, decisero di arrivare a New Orleans in aereo. Era una mezza sconfitta o una mezza vittoria? L’interrogativo pesava come un macigno sul movimento, che



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